Napster rivoluzionò la musica digitale e il web alla fine del passato millennio tra il 1999 e il 2001. Era un programma di file sharing creato da Shawn Fanning e Sean Parker. Un sistema peer to peer anomalo basato su server centralizzati che gestivano sistemi di connessione e liste di file lo scambio dei quali, questo si, avveniva tra i computer connessi degli utenti. Esistevano altri sistemi di condivisione come IRC o Usenet ma Napster era un altro mondo, un motore di ricerca dove trovare tutta la musica del mondo in modo semplice, alla portata di chiunque. Non si esagera nel dire che Napster ha “educato” gli utenti alla condivisione sul web.
Tra la fine del 1999 e il 2000 Napster si diffuse in tutto il mondo venendo utilizzato da milioni di utenti per condividere ogni genere musicale, album appena usciti e vecchi brani rarissimi. Un patrimonio immenso condiviso. Condiviso con i mezzi del tempo, nella maggioranza dei casi con modem a 56 kbit/s. Tempi di attesa inimmaginabili per i ragazzi di oggi.
L’estate del 2001 risulta particolarmente calda per Napster. L’offensiva delle major discografiche è durata circa due anni ed è arrivata all’epilogo. Un giudice ordina a Napster di chiudere l’attività per violazione di copyright, la sentenza la condanna a pagare quasi 40 milioni di dollari come risarcimento. I due geniali programmatori-fondatori Parker e Fanning avevano 19 e 20 anni. Nel 2002 la Bertelsmann AG acquista Napster per 8 milioni di dollari ma un giudice blocca la vendita rendendo definitiva la chiusura e il licenziamento dei dipendenti. L’azienda dichiarò bancarotta e fu ceduta alla Roxio, una società di informatica statunitense senza alcun seguito degno di nota.
Vittoria delle case discografiche contro il peer to peer. Non è così in poco tempo nascono alternative come LimeWire, Morpheus, Audiogalaxy, WinMX e su tutti Emule e BitTorrent.
Napster aveva messo in rete un’idea, la possibilità che gruppi di persone con comuni interessi, da qualsiasi parte del mondo, potessero condividere le loro passioni e scambiare file e senza dubbio quell’idea ha vinto.
Nel 2014 Napster entra a far parte di Rhapsody con un catalogo di oltre 40 milioni di brani usufruibili con abbonamento. E’ presente il sito italiano di Napster.